Quando si parla di previdenza complementare, ogni anno conta. E proprio sul tema dell’anzianità di partecipazione ai fondi pensione è arrivata nei giorni scorsi una conferma importante da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Con una recente risoluzione l’amministrazione ha sottolineato che, ai fine di veder riconosciuta l’anzianità di iscrizione alla previdenza complementare, necessaria per la riduzione dell’aliquota fiscale prevista per alcune prestazioni (come la Rita per esempio), è possibile sommare gli anni di partecipazione maturati anche in fondi diversi, senza bisogno di trasferire la posizione.
Un’impostazione da sempre sostenuta da Previndai, che non ha mai richiesto il trasferimento per applicare le aliquote agevolate. Il chiarimento dell’Agenzia delle Entrate stabilisce infatti che, anche in presenza di più iscrizioni a fondi diversi, l’anzianità si calcola in modo cumulativo ed è sufficiente una dichiarazione del fondo precedente che attesti la data di adesione e la mancanza di riscatto totale della posizione.
In pratica, se un iscritto ha partecipato a un fondo pensione per alcuni anni e in seguito si è spostato in un altro, mantenendo la prima posizione attiva (cioè senza riscattarla interamente), potrà sommare i periodi di partecipazione per determinare il livello di tassazione più favorevole senza doverla necessariamente trasferire al fondo più recente. Ovviamente rimane sempre la possibilità di unificare le posizioni in un unico fondo prima di richiedere la prestazione ma non è necessario per ottenere la fiscalità più vantaggiosa.
Per approfondire è possibile consultare il testo completo della direttiva a questo link.