Anche quest’anno Previndai ha partecipato al mese dell’Educazione finanziaria e previdenziale, organizzato dal Comitato EduFin del ministero dell’Economia (il Comitato per la diffusione dell’educazione finanziaria e previdenziale). Questa volta siamo stati tra gli studenti del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università Roma Tre, con un seminario dal titolo un po’ provocatorio: Facciamo i conti con la previdenza, trasmesso anche in diretta Teams per i nostri iscritti.
Il riferimento è ai numeri del nostro studio ‘Quanto costa la serenità’ di cui abbiamo parlato nell’incontro, L’approfondimento è mirato a dimostrare, calcoli alla mano, quanto poco costi per un giovane lavoratore investire per il suo futuro nella previdenza complementare, per sfatare il mito del ‘non posso permettermi un fondo pensione’. Dallo studio, realizzato dal nostro ufficio gestione del Rischio, guidato da Simona Farrotti, emerge infatti con grande chiarezza che per un neoassunto di 30 anni, il costo della previdenza complementare in 40 anni di carriera sarà di soli 12.600 euro, a fronte di un gruzzolo di 380 mila euro nel proprio salvadanaio previdenziale. Ben 120 mila euro in più di chi avesse deciso di investirvi il solo Tfr e più del doppio di colui il quale avesse lasciato in azienda il Trattamento di fine rapporto.
Un risultato sorprendente possibile grazie a più fattori: innanzitutto il contributo del datore di lavoro, che è obbligatorio per i lavoratori che si iscrivono ai fondi di categoria (non ai fondi aperti), se questi decidono di versare anche la propria quota contrattualmente prevista (oltre al solo Tfr). Il versamento dell’azienda di fatto più che raddoppia quanto versato dall’iscritto.
C’è poi il risultato positivo dei rendimenti, che si massimizza scegliendo i comparti giusti nel lungo orizzonte temporale di iscrizione alla previdenza complementare.
E ultimi, ma non per importanza, i vantaggi fiscali dell’adesione a un fondo pensione, che si concretizzano sia nella fase del versamento dei contributi (che sono deducibili fino a 5.164 euro l’anno), che sui rendimenti realizzati (tassati al 20% invece che al 26%) e, infine, sulle prestazioni. In particolare sulla pensione di scorta, alla quale viene applicata un’aliquota decisamente vantaggiosa: tra il 15% e il 9%.
Insomma, tante evidenze a favore dell’investimento in previdenza complementare fin dall’inizio della carriera lavorativa, per spingere i giovani a pensare al loro futuro fin da subito, senza rimandare per la convinzione che il gioco non valga la candela o che non si guadagni a sufficienza per potersi permettere un simile investimento.
Infine, il seminario in occasione dell’Ottobre Edufin 2023 è stata anche l’occasione per premiare i tre vincitori di quest’anno del nostro premio di laurea ‘Franco Di Giovambattista’: Nicola Favero, Francesca Serra e Flavia Tramacere. E presto partiremo con la nuova edizione!