Da gennaio 2025 l’aliquota di autofinanziamento passa dallo 0,45% allo 0,30%, solo 3 euro ogni mille di contributi versati
Il 2025 inizia con un taglio dei costi per gli scritti. Il Consiglio di amministrazione, presieduto da Giuseppe Straniero, ha infatti deliberato di portare il prelievo sui contributi che finanziano il funzionamento del Fondo dallo 0,45% allo 0,30%, con una sforbiciata del 33%. In pratica, ogni mille euro versati, Previndai ne tratterà solo 3, quasi la metà rispetto ai 5,5 euro di costi applicati fino al 2023.
“Se prendiamo in considerazione il contributo medio annuo di un manager tipo, che è di 21 mila euro, le spese trattenute per la gestione saranno di soli 60 euro all’anno, invece che i 90 euro del 2024 e i 115 euro del 2023. Un risultato reso possibile dal rinnovo del contratto dei dirigenti industriali firmato in novembre dalle nostre parti istitutive, Confindustria e Federmanager”, ha commentato Straniero.
Tra le novità previste dal rinnovo dello scorso novembre c’è infatti una ridistribuzione dei contributi versati al Fondo, con un aumento della quota a carico delle aziende e un alleggerimento di quella versata dagli iscritti, e anche l’incremento da 180 mila a 200 mila euro del tetto massimo su cui si calcolano i versamenti. “Consapevole che quest’ultimo punto porterà più incassi per Previndai, il Consiglio di Amministrazione ha subito pensato di trasformare le maggiori entrate in vantaggi per i dirigenti, con un significativo taglio dei costi, sottolineando una volta di più il valore aggiunto di affidare la propria previdenza complementare a un Ente senza scopo di lucro come Previndai, rispetto ad altre forme previdenziali di mercato”, ha concluso il Presidente.